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  • Tassa condizionatori

    I giornali hanno presentato malamente i veri temi collegati al DPR 74/2013 mettendo in pessima luce la categoria
    Tassa condizionatori

     “Invece di valorizzare il nostro ruolo, alcuni giornali hanno presentato le operazioni di manutenzioni, più che raccomandate in molti casi e obbligatorie per i climatizzatori “industriali, come degli esattori per conto dello stato” commenta il presidente Gianluca De Giovanni la notizia sull’ipotetica tassazione sui climatizzatoti. “Non si tratta assolutamente di una tassa, ma degli onesti oneri dovuti a un professionista che svolge il proprio lavoro che determina il mantenimento dell’efficienza dei nostri climatizzatoti. Efficienza significa contenimento dei consumi, e quindi risparmio per l’utente”.

    Dopo l’aggressione mediatica relativa alle notizie su una tassazione (mai introdotta) sui climatizzatoti, Assofrigoristi minimizza la portata di quella che appare essere diventata la querelle estiva. L’Italia, un paese che soffre di una tassazione oltremodo elevata, dovrebbe invece apprezzare l’intervento del legislatore nei riguardi di un tema, quello della manutenzione, spesso dimenticato dai conduttori, e che determina un consumo di energia inutile e dannoso per l’ambiente. “Se, in molti casi, i grandi clienti come le catene retail, sono attenti a introdurre nei loro codici di condotta la manutenzione come elemento chiave per il risparmio energetico, la maggior parte delle installazioni degli esercizi e degli immobili medio piccoli non hanno alcun riguardo sul tema” insiste De Giovanni. “Il gran numero di queste installazioni, sebbene di piccola potenza, determina un consumo che incide pesantemente sulla bolletta nazionale”.

    Il Ministero dello Sviluppo Economico, infatti, getta acqua sul fuoco per sedare le polemiche sorte, spiegando che non è stata introdotta alcuna tassa, precisando che “la maggior parte dei condizionatori non ha l’obbligo del libretto di impianto e manutenzione in quanto non supera la potenza di 12kW”, visto che la direttiva europea, riguarda impianti di grossa portata, non i normali impianti domestici, per la quale non è prevista alcuna tassa, né bollino. Ciò non di meno ricorda che per gli ”impianti di maggior potenza installati presso gli esercizi commerciali occorre evidenziare che a fronte della spesa per la corretta manutenzione, vi sono importanti vantaggi. Infatti, oltre a garantire la sicurezza, la riduzione dei consumi per il miglioramento dell’efficienza comporta una riduzione della spesa per la bolletta energetica”. Per quanto riguarda gli incentivi, il dicastero di via Veneto ricorda ancora “che sono a disposizione dei cittadini e delle imprese diversi strumenti di agevolazione. Il cosiddetto ecobonus che garantisce la detrazione fiscale del 65% delle spese sostenute per la sostituzione di condizionatori con impianti più efficienti. Inoltre, le detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia consentono di detrarre il 50% della spesa per l’acquisto di nuovi impianti”.

    Dopo il recente incontro, prendendo ad esempio la sola regione Veneto, con le loro 35mila installazioni censite, di una potenza media assunta intorno ai 3,5kW, si ha un potenziale spreco per climatizzatoti e refrigeratori non mantenuti, oltre 35MWh e 4,5 milioni di euro!

    Insomma, efficienza si, fa bene al portafoglio (se fatta da professionisti), tasse no!

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